Introduzione alla storia delle religion by Giulia Sfameni Gasparro

Introduzione alla storia delle religion by Giulia Sfameni Gasparro

autore:Giulia Sfameni Gasparro [Gasparro, Giulia Sfameni]
La lingua: ita
Format: epub, azw3
editore: Editori Laterza
pubblicato: 2015-05-13T22:00:00+00:00


Osservazioni conclusive

Alla fine di questa breve rassegna diremo che la disciplina storico-religiosa non si riduce semplicemente a una raccolta di dati, non è una ricerca idiografica volta a reperire e a catalogare singoli elementi e neppure singole tradizioni religiose. Essa implica una ricerca storico-comparativa che muove da un concreto contesto culturale e gradualmente si allarga verso ambienti contigui fino a quelli più lontani, nel tempo e nello spazio. In tal modo è possibile percepire le analogie e le differenze tra i vari fenomeni, proporre l’interpretazione di essi, cercando anche di individuarne la genesi e lo sviluppo, in una vasta trama di contatti e influssi reciproci. La ricerca storico-religiosa si propone anche la definizione del loro significato, rimanendo sempre nei limiti di una sana ricerca storica senza muovere da teorie troppo rigide e assolute intese a spiegare le diverse manifestazioni religiose, di tutti i tempi e di tutte le culture. Di fatto le numerose teorie interpretative formulate nel corso della storia degli studi, sebbene abbiano apportato dei contributi notevoli alla ricerca con l’aver messo in luce alcuni importanti aspetti dei vari fenomeni religiosi, loro caratteristiche e modalità, hanno fallito in varia misura quando hanno preteso e pretendono di dare delle spiegazioni onnicomprensive. Senza pregiudicare il futuro, senza voler affermare che non si giungerà mai a formulare una teoria interpretativa dei fenomeni religiosi nella loro totalità, possiamo senz’altro riconoscere che le varie formule interpretative proposte, anche le più recenti e suggestive, come ad esempio quella di Eliade ovvero le contemporanee teorie che si avvalgono delle importanti acquisizioni scientifiche della scienza cognitiva, non risultano atte a fornire una spiegazione definitiva, valida per tutti i tempi e per tutte le culture, di quella costellazione varia e articolata di fenomeni che, sulla base di qualificate analogie, la ricerca storica identifica come religiosi, senza poter tuttavia proporre né minimi comuni denominatori né contenuti uguali o elementi costanti ricorrenti con assoluta identità.

Concludendo diremo che lo storico delle religioni, senza formulare a priori delle teorie generali, più opportunamente procederà nel suo campo di indagine per gradi e cercando di rispettare la varietà dei fenomeni in esame, varietà che non significa disparità assoluta o reciproca incompatibilità, laddove invece è possibile cogliere una serie di analogie più o meno profonde di aspetti tra quei fenomeni medesimi. Il suo compito di storico è quello di proseguire in questa indagine, di chiarire le analogie, di puntualizzare le differenze per cogliere lo specifico dei vari fenomeni religiosi. In questo processo scientifico appare assai utile l’elaborazione di una tipologia storica delle religioni, ossia di una serie articolata e diversificata di tipi religiosi, definiti da specifiche e qualificate caratteristiche. Tale tipologia deve essere costruita empiricamente, ossia attraverso l’esperienza di un arco il più possibile ampio di ambiti religiosi e nel rispetto della specificità storica di ciascuno, senza affermare o presupporre, sulla base di giudizi di valore espliciti o impliciti, una «gradazione» appunto valutativa fra le diverse categorie classificatorie, come ad esempio assai spesso è avvenuto nella distinzione fra politeismo e monoteismo. In tal modo sarà



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